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L’intolleranza al latte è più conosciuta come intolleranza al lattosio, si manifesta allorchè il nostro intestino non riesce a scomporre il lattosio contenuto nel latte in due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio a causa di un deficit genetico di lattasi, un enzima che è localizzato nell’ orletto a spazzola dei villi intestinali.
Il lattosio che non viene idrolizzato arriva, non digerito, al colon, creando un effetto osmotico e una fermentazione con formazione di acidi organici, gas e acqua.
Enzima lattasi
L’enzima lattasi nasce e vive nell’intestino tenue, nello specifico, nel duodeno. Rimane per tutta la vita in mezzo ai villi intestinali, sottilissime ciglia che sono presenti in tutto l’intestino tenue e hanno lo scopo principale di favorire l’assorbimento dei nutrienti.
L’enzima lattasi viene prodotto alla nascita, dal momento che il latte materno sarà per lungo tempo l’unico nutrimento, in seguito, con lo svezzamento e il cambiamento della dieta la maggior parte delle persone, attraverso un meccanismo evolutivo ancora non del tutto chiaro, smette di produrre tale enzima tra i 5 e i 10 anni d’età.
Sintomi dell’intolleranza al latte
I sintomi dell’intolleranza al latte compaiono generalmente da 2 a 12 ore dopo l’ingestione del latte e suoi derivati e sono:
- Nausea
- Ritenzione idrica
- Esagerato gonfiore addominale
- Diarrea
- Dolori addominali
Tipi di intolleranza al lattosio
La carenza di lattasi, responsabile dell’ intolleranza al lattosio, può assumere varie forme:
- carenza congenita: si tratta di una anormalità genetica rara nella quale l’enzima lattasi è presente in minime concentrazioni o totalmente assente nei bambini alla nascita;
- carenza congenita severa: consiste nell’assorbimento del lattosio intatto con effetti tossici sul fegato e sui reni;
- carenza primaria: in questo caso il livello di lattasi diminuisce dopo lo svezzamento. Questa condizione è caratteristica della maggioranza della popolazione nel mondo;
- carenza secondaria o acquisita: è una condizione di tipo transitorio nella quale il livello di lattasi è diminuito in conseguenza di una patologia o una condizione medica anormale relativa al tratto gastro-intestinale.
Terapia in caso di intolleranza al lattosio
L’unica terapia consiste nell’esclusione dalla dieta degli alimenti che contengono il lattosio per un periodo di almeno tre mesi, con successiva verifica tramite H2 Breath test di controllo.
Alimenti da escludere in caso di intolleranza al lattosio
- Latte vaccino
- Latticini freschi, panna, gelati e ogni dolce che contenga latte
- Latte di pecora, bufala e capra
- Salsicce, prosciutto cotto e insaccati (che contengono lattosio occulto)
- Cibi precotti e pane in cassetta (possono contenere lattosio)
Anche molti farmaci contengono il lattosio come eccipiente, altresì i granuli omeopatici.
Occorre leggere sempre i foglietti illustrativi.
Una conseguenza da non sottovalutare è che le persone che soffrono di deficit da lattasi evitando latte e latticini possano manifestare una probabile carenza di calcio.
I formaggi stagionati a pasta extradura come il parmigiano reggiano e il grana padano e quelli a pasta dura (groviera, emmenthal) non contengono lattosio, eliminato durante la stagionatura, e quindi possono essere consumati tranquillamente.
H2 Breath test
Il Breath test all’idrogeno consiste nella determinazione del contenuto di idrogeno nell’area alveolare espirata nei pazienti prima e dopo la somministrazione di lattosio. In caso di malassorbimento del lattosio, nell’intestino si manifestano processi di fermentazione, con aumentata produzione di idrogeno il quale viene assorbito in circolo ed eliminato tramite i polmoni con il respiro. In condizioni normali, nell’intestino si produce una quantità minima di idrogeno, pertanto il suo aumento nell’espirato, dopo l’assunzione di lattosio, palesa un malassorbimento di vari livelli: da leggero a moderato, fino a grave.
Tipi di latte senza lattosio
Per affrontare l’intolleranza al lattosio vi è una produzione industriale di latte delattosato la cui composizione è stata modificata per ottenere un prodotto che presenti un ridotto contenuto di lattosio.
Viene prodotto attraverso due tecniche:
- aggiunta, a temperatura controllata, di lattasi esogena al latte;
- tecnica degli enzimi bloccati: la scissione del lattosio avviene mettendo a contatto il latte con fibra a base di cellulosa sul quale è stato bloccato l’enzima ß-galattosidasi ottenuto da colture di lieviti.
(Leggi anche “Latti vegetali per intolleranti al lattosio“)
Intolleranza al latte materno
Normalmente il latte materno è “omologo” al bambino e non genera intolleranze. Tuttavia nel latte materno possono “filtrare” immodificate delle proteine e altri antigeni non proteici di alimenti mangiati dalla madre e, in modo particolare, proteine del latte che possono sensibilizzare il bambino. L’intolleranza in questo caso si manifesta con dermatiti. In tale eventualità è necessario eliminare dalla dieta della madre il latte vaccino.